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Bonus edilizi, la nuova stretta del governo affonda le imprese delle Costruzioni – Urgente un intervento correttivo per scongiurare la crisi del settore

Ennesimo e inaspettato intervento del Governo sul superbonus. Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri è l’ennesimo colpo al settore delle Costruzioni, già messo a dura prova con una marcia indietro messa in atto mese dopo mese. Cancellare la cessione del credito e lo sconto in fattura per gli ultimi bonus edilizi ancora in vita, è la riconferma di come questo comparto non venga tenuto nella giusta considerazione da parte del Governo. Il provvedimento riduce e burocratizza ulteriormente le maglie della cessione e dello sconto impattando fortemente, ancora una volta, sulle micro e piccole imprese.

Confartigianato Anaepa Edilizia auspica, a livello nazionale, un ripensamento da parte del Governo, consegnando al Parlamento un intervento correttivo al decreto, prima della pubblicazione in gazzetta ufficiale. In particolare, il provvedimento prevede l’eliminazione, per gli interventi successivi all’entrata in vigore delle nuove norme, delle residue fattispecie per le quali risulta ancora in vigore lo sconto in fattura o la cessione del credito, in alternativa alle detrazioni.

“Il Governo – dicono Matteo Pezzino e Vittorio Schininà, rispettivamente presidente e segretario di Anaepa Sicilia – continua a mettere in campo norme restrittive nei confronti del mondo delle costruzioni, generando caos e incertezza per le imprese e per i committenti. La nuova stretta avrà pesanti effetti su un settore che negli ultimi anni era riuscito a garantire anche una tenuta economica. Per potere continuare ad usufruire dei benefici – denunciano i vertici di Anaepa Sicilia – vengono richiesti degli specifici requisiti o ancora, a rischio esclusione, saranno quelle imprese che hanno contratto debiti con l’erario o l’Agenzia delle entrate. Tutto questo senza considerare che da quando i crediti fiscali sono rimasti incagliati, sono tantissimi gli imprenditori che hanno dovuto operare delle scelte aziendali, dando priorità al pagamento di fornitori e impiegati e accumulando ritardi sul fronte delle contribuzioni”.

Una nuova battuta d’arresto che si scontra con la richiesta dell’Unione europea di rinnovare il patrimonio immobiliare in linea con le direttive green. “Non solo vengono messe in ginocchio le nostre imprese – concludono Pezzino e Schininà –  ma, con i nuovi provvedimenti, diventa ogni giorno più difficile stare dietro alle direttive comunitarie sul fronte dell’ecosostenibilità, senza avere ancora ricevuto dal governo una pianificazione ben definita sui processi green”.

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