Il bando più atteso è arrivato ieri. Pubblicato l’avviso che fissa per il 22 luglio il via alle domande di professionisti con partita Iva e titolari di micro-imprese per ottenere aiuti a fondo perduto e prestiti agevolati: 73 milioni in campo, frutto di fondi europei non spesi negli anni scorsi e riprogrammati.
Il bando è stato firmato dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, e assegna all’Irfis la gestione di tutta la procedura. Il via alle presentazione delle domande sarà dato per il 22 luglio alle ore 10. Il termine è invece fissato per il 9 settembre alle ore 17. Il tutto avverrà in modo telematico sfruttando la piattaforma di UnionCamere, collegandosi all’indirizzo https://sportelloincentivi.irfis.it ed accedendo alla piattaforma digitale dedicata mediante SPID (livello 2) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS).
Il bando prevede due tipi di aiuti.
Il primo è un prestito dell’importo massimo di 25 mila euro a tasso zero che imprenditori e partite Iva possono restituire in 48 mesi che decorrono al termine di un periodo di pre-ammortamento di due anni.
Il secondo tipo di aiuti è un contributo a fondo perduto dell’importo massimo di 5 mila euro che serve a rimborsare i costi sostenuti per sanificazione e messa in sicurezza degli ambienti di lavoro (prevista anche la copertura delle spese per acquisto di mascherine e gel disinfettanti, barriere protettive e arredi che garantiscono la distanza di sicurezza).
Il contributo a fondo perduto non può essere chiesto se non si fa domanda anche per un prestito dell’importo minimo di 10 mila euro.
C’è un elenco di requisiti per accedere agli aiuti. Possono accederei le piccole e medie imprese siciliane con fatturato non superiore a 250 mila euro nel 2019 e che abbiano fatto registrare nel 2020 una perdita di almeno il 40%. Le imprese ammesse al contributo sono solo quelle che hanno iniziato l’attività prima del 31 dicembre 2018.
I liberi professionisti, titolari di partita Iva, possono chiedere prestiti e contributi a fondo perduto solo se hanno domicilio fiscale in Sicilia e hanno iniziato l’attività prima del 31 dicembre 2018. Anche in questo caso va dimostrato un crollo del fatturato di almeno il 40% fra il 2020 e il 2019.
Sono esclusi dagli aiuti imprenditori e partite Iva dei settori agricoltura, pesca e organismi internazionali.